Un aspetto fondamentale per le analisi agrometeorologiche è il monitoraggio delle condizioni agrometeorologiche che influenzano lo sviluppo delle colture agricole. A questo scopo il Ministero delle risorse agricole alimentari e forestali sin dal 1987 avviò la realizzazione di una rete di stazioni agrometeorologiche distribuite sul territorio italiano, denominata Rete Agrometeorologica Nazionale (RAN). Il coordinamento tecnico-scientifico delle attività fu affidato all’allora Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (UCEA), poi confluito nel Centro Agricoltura e Ambiente del CREA. La RAN comprendeva 47 stazioni (attive fino al 2017), quasi tutte collocate in aree agricole, ad eccezione di tre stazioni urbane, che sono state incluse nella rete per dare continuità alle lunghe serie storiche già presenti negli archivi UCEA: Roma Collegio Romano (riconosciuta nel 2019 come stazione storica centenaria da parte del World Meteorological Organization – WMO), Salò e Taranto. La rete ha permesso di monitorare le condizioni agrometeorologiche fino al 2017, quando ha subìto una battuta d’arresto. A partire dal 2020, il Ministero ha incaricato il CREA di provvedere al ripristino della rete, anche alla luce del ruolo di ente meteo che l’Ente ha assunto nell’ambito dell’Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia, denominata ItaliaMeteo. Sono state così finanziate 39 nuove stazioni (la cui installazione verrà completata entro il 2025), conformi agli standard internazionali definiti dal WMO (2010; 2018), in sostituzione di quelle precedentemente installate (Dal Monte et al., 2022).
Entro il 2026, a questo primo nucleo di stazioni se ne aggiungeranno altre 78, finanziate con fondi del PNRR, nell’ambito del progetto di costruzione del Sistema avanzato ed Integrato di Monitoraggio e previsione (SIM) gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Nell’ambito del SIM, il CREA garantirà la condivisione di informazioni, analisi, dati agrometeorologici derivanti dalla RAN. Per le nuove stazioni sono state individuate aree di interesse agricolo attualmente non monitorate dalle reti agrometeorologiche regionali, nell’ottica di un’integrazione delle reti di rilevazione, evitando così duplicazioni. Nella scelta dei siti, il CREA ha coinvolto anche il “Tavolo nazionale di coordinamento nel settore dell’Agrometeorologia”, istituito nell’ambito della scheda di progetto “Agrometeore” della Rete Rurale Nazionale (RRN), a cui partecipa la quasi totalità dei Servizi agrometeorologici regionali.